Quando la rabbia ti fa esplodere… (Picozzi)

Lo sgarbo e l’offesa

Per riuscire a sopportare, può esserti utile immaginare che in futuro le cose andranno meglio; sognare insomma. Ti ricordi quel mal di testa di sei anni fa? No, o solo vagamente? Dunque è vero che anche le peggiori esperienze si superano.

Per aiutarti in questa confortante illusione, puoi anche immaginare un presente diverso: a causare trambusto, allora, non sono i vicini maleducati che in piena notte spostano i mobili sopra la tua testa, ma una simpatica famiglia che festeggia un avvenimento importante; e allo stesso modo, quello che ti tocca subire non è l’ennesimo episodio di una lunga serie, ma un’eccezione che tra non molto finirà, perché traslocheranno tra un paio di mesi. E così di seguito.

Quando finalmente ti sei calmato, chiediti perché la stessa situazione ti dava fastidio cinque minuti prima, e ora riesci ad accettarla.

Per tornare al tema dell’episodio, ci sono persone che, pur sensibili agli schiamazzi notturni, riescono a dormire di giorno in ambienti rumorosissimi, e senza alcun problema.
La differenza sta nell’aggressività che, nel primo caso, sentono diretta contro di loro, nella mancanza di rispetto per i propri diritti.
Non è una questione di decibel.

Prendiamo un altro esempio, quello della rabbia al volante.
«Ma cosa sta facendo quell’imbecille che blocca il traffico, come se la strada fosse il giardino di casa sua?»
Ti sta provocando, ti manca di rispetto, agisce come un perfetto egoista e tu devi stare a guardare, con un sorriso idiota sulle labbra?
Come fai a non arrabbiarti?

[…]

Dopo alcuni istanti di silenzio, Gianni perdeva le staffe, ed esasperato si lanciava in una serie di coloriti insulti. Il tassista invece manteneva la calma. «Sa» aveva detto, rivolto al suo passeggero «a volte sono un po’ storditi; se poi hanno bevuto a cena….

L’uomo al volante del taxi ha adottato il metodo usato da Carla per gestire le intemperanze dei vicini: trasformare la situazione, e così facendo non viverla come un’aggressione personale, ma piuttosto come una vicenda comprensibile, e perciò sopportabile.

Un altro metodo che ti può essere utile è ricordarti di quella lunga serata con gli amici, in cui magari hai esagerato con l’alcol, disturbando i vicini del piano di sotto; e poi di quell’amico che hai portato a casa lasciandogli parcheggiare l’auto in una zona in cui non era consentito.

Quando ti muovi, non sempre sei rispettoso degli altri, ma ciò non significa automaticamente che tu sia aggressivo nei loro confronti. L’atteggiamento di un soggetto che oggi ti fa arrabbiare può essere lo stesso che tu hai avuto in circostanze passate, senza alcuna intenzione specifica di offendere.
È qualcosa che devi sempre tener presente, è un’esperienza di vita, ma anche una tecnica psicologica di visualizzazione, razionalizzazione e presa di distanza.

(Massimo Picozzi, È inutile che alzi la voce)